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domenica 23 settembre 2012

VETTEL TORNA AL SUCCESSO: ALONSO SUL PODIO!

Sebastian Vettel si conferma re di Singapore. Stavolta, a differenza del 2011, non si tratta di un vero e proprio dominio ma di un successo arrivato grazie al ritiro clamoroso di Lewis Hamilton, in pole e al comando fino alla rottura del cambio. Secondo Button, Terzo e sempre leader Alonso

Una gara infinita, faticosissima da seguire anche dal proprio divano di casa. Non certo un bello spettacolo anche se a regalare emozioni ci pensano Vettel, al 23esimo trionfo iridato e di nuovo sul gradino alto del podio dopo nove gare a digiuno, Hamilton tradito clamorosamente dalla sua McLaren e Alonso che centra l’obiettivo del podio dopo le fatiche del sabato di qualifiche. Mette la sua firma nella notte di Marina Bay anche Michael Schumacher che riesce a non completare il Gran Premio anche in questa occasione tamponando pesantemente la Toro Rosso di Vergne.

A rendere meno amara la domenica di Singapore per la McLaren ci pensa quindi il buon Jenson Button che come i suoi colleghi del podio guadagna due posizioni chiudendo al secondo posto alle spalle di Sebastian Vettel e davanti al leader del mondiale Fernando Alonso. Quarto posto per uno splendido Paul Di Resta su Force India, ormai realtà del Circus. Torna a suonare l’inno tedesco a Marina Bay in una gara che può essere considerata tra le più noiose e assurde del calendario. Ben 61 giri e tutti estenuanti, lunghissimi e ad alte temperature, con umidità a mille e neanche completati. A vincere oltre a Vettel è stato infatti il tempo. La corsa supera le due ore e viene chiusa in anticipo. Spettacolare il circuito in notturna ma qualche soluzione per Singapore va trovata.

Piange Lewis Hamilton ed è un vero peccato veder uscire di scena in questo modo l’inglese della McLaren, in pole e dominatore assoluto fino ai problemi fatali al cambio. Ritiro e casella punti a zero che potrebbe significare l’addio alla corsa per il titolo per uno dei piloti più spettacolari e in forma del momento. Strategie a parte in quel di Marina Bay, con le solite scelte Soft e SuperSoft, sono state l’uscita di Hamilton e il doppio ingresso della safety car a decidere la difficilissima gara di Singapore. Vettel si ritrova in testa, Button mantiene la posizione e Alonso approfitta dei problemi di Maldonado per chiudere sul gradino basso del podio. Missione compiuta per lo spagnolo che mantiene saldamente il comando della classifica piloti. Meglio di così, impossibile.

Discreta la gara di Rosberg, quinto e Raikkonen sesto dopo i problemi del sabato. Anche il rientrante Grosjean è protagonista di una gara buona e per una volta senza sbavature o errori. Ed è una notizia. Che dire di Felipe Massa? Il brasiliano è sfortunato in avvio, costretto a rientrare subito ai box e ultimo. Quindi il colpo d’orgoglio del finale con un paio di sorpassi di tutto rispetto e un ottavo posto che da tenersi ben stretto. Ricciardo e Webber chiudono la top ten di Singapore con l’australiano sempre lontano, lontanissimo dal formato di inizio stagione. Da segnalare lo storico risultato di Timo Glock che regala alla sua Marussia un dodicesimo posto tra le deludenti Sauber di Pérez undicesimo e Kobayashi tredicesimo.

Torna al successo quindi Vettel mentre la McLaren perde terreno e lo fa nel momento inatteso. Il team inglese sembra venire meno nei momenti decisivi. Hamilton e Button possono contare sulla miglior monoposto in griglia ma sono troppi gli alti e bassi per poter impensierire l’inferiore ma più continua Ferrari di Alonso. Continuità importantissima in questo mondiale e basta vedere Raikkonen, mai vincitore eppure terzo in classifica piloti. Kimi è un vero e proprio enigma ma che merita applausi e rispetto.

LE MILANESI ANCORA KO

Allegri e Stramaccioni incappano nell'ennesima giornata no di questo avvio di stagione e anche il Napoli frena con lo 0-0 di Catania: la Juve vola già via in classifica. Nel frattempo il Bologna non va oltre l'1-1 con il Pescara (Diamanti sbaglia un rigore) e Raimondi rovina l'esordio di Gasperini

UDINESE-MILAN 2-1 (40' Renegie, 68' rig. Di Natale; 54' El Shaarawy) - Report / Foto / LIVE

Prima vittoria stagionale per i bianconeri, terza sconfitta in quattro partite di campionato per il Diavolo, che rischia seriamente di aver compromesso la panchina di Allegri. Il Milan parte bene, ma dopo una bella occasione per Pazzini esce completamente dalla partita. L'Udinese va in crescendo sino al 40', quando Ranegie segna il primo gol in Serie A alla prima partita da titolare sfruttando un'uscita a vuoto di Abbiati. Allegri mette anche Boateng in avvio di ripresa ed El Shaarawy con un gran destro pareggia i conti. Ma dura pochissimo. Al 67' Zapata si prende il secondo giallo e concede un rigore all'Udinese, prontamente sfruttato da Di Natale. Entrano prima Acerbi per Emanuelson e poi Bojan per Nocerino, ma il 4-2-3 rossonero produce soltanto la follia di Boateng, espulso per doppia ammonizione all'82'. L'Udinese sale a quota 4, il Milan resta fermo a 3.

INTER-SIENA 0-2 (72' Vergassola; 90'+2 Valiani) - Report / Foto / LIVE

San Siro non è un tabù ma una maledizione. Il Siena ottiene la prima vittoria della sua storia contro l'Inter grazie ai gol di Vergassola e Valiani nel finale, una sconfitta che accende l'allarme in casa nerazzurra, a pochi giorni dal pareggio in extremis contro il Rubin Kazan. Inter volenterosa, propositiva ma poco cinica in attacco con un Milito inconcludente e una marea di occasioni fallite, Siena trascinato dalla prestazione sontuosa di Alessandro Rosina e salvato in almeno tre-quattro circostanze dal portiere Pegolo. Bianconeri che conquistano si portano a -1 in classifica, Inter che perde una clamorosa occasione per restare agganciata alle prime della classe. E San Siro, a fine partita, fischia...

CATANIA-NAPOLI 0-0 - Report / Foto / LIVE

Continua la maledizione del Massimino per il Napoli. I partenopei vengono stoppati sullo 0-0 da un compatto Catania, rimasto in 10 dopo solo un minuto di gioco per l'espulsione di Alvarez. Poche occasioni per i partenopei, con il solo Cavani capace di creare pericoli per la porta di Andujar. Nel finale due volte con Gomez vicini al gol gli etnei. Il "Papu" prima si è visto respingere un gran diagonale da De Sanctis e poi è stato sfortunato nel colpire il palo. Catania a quota 5 in classifica, con un Maran maestro nel leggere la partita anche in 10. Napoli a quota 10, scontento per non essere riuscito a sfruttare la superiorità numerica e per non aver sfatato un tabù: in Serie A non ha mai vinto in terra etnea.

LE PROBABILI FORMAZIONE DELLA 4ª GIORNATA

Nel Milan Allegri potrebbe passare al 4-3-3 con Bojan ed Emanuelson dietro a Pazzini. Ballottaggio in casa Lazio tra Klose e Kozak, con il tedesco favorito. Cagliari-Roma rinviata...

SAMPDORIA-TORINO (domenica ore 12.30)

SAMPDORIA (4-3-3) - Romero; Berardi, Gastaldello, Rossini, Costa; Obiang, Maresca, Kristicic; Estigarribia, Maxi Lopez, Eder. SQUALIFICATI: Da Costa. INDISPONIBILI: Poli, Juan Antonio.

TORINO (4-2-4) - Gillet; Darmian, Glik, Ogbonna, Masiello; Brighi, Gazzi; Stevanovic, Meggiorini, Bianchi, Vives. SQUALIFICATI: nessuno. INDISPONIBILI: Suciu, Birsa.

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ATALANTA-PALERMO (domenica ore 15.00)

ATALANTA (4-4-1-1) - Consigli; Bellini, Lucchini, Manfredini, Brivio; Raimondi, Cigarini, Cazzola, Bonaventura; Moralez; Denis. SQUALIFICATI: nessuno. INDISPONIBILI: Capelli, Peluso, Schelotto, Carmona, Ferreira Pinto, Marilungo, Radovanovic, Biondini.

PALERMO (3-4-2-1) - Ujkani; Munoz, Von Bergen, Garcia; Pisano, Barreto, Donati, Mantovani; Ilicic, Bertolo; Miccoli. SQUALIFICATI: nessuno. INDISPONIBILI: Cetto, Sanseverino, Zahavi, Brienza.

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BOLOGNA-PESCARA (domenica ore 15.00)

BOLOGNA (4-3-1-2) - Agliardi, Motta, Antonsson, Natali, Morleo; Pulzetti, Perez, Taider; Kone; Gilardino, Diamanti. SQUALIFICATI: Portanova. INDISPONIBILI: nessuno.

PESCARA (4-3-2-1) - Perin; Balzano, Cosic, Capuano, Modesto; Nielsen, Colucci, Cascione; Caprari, Quintero; Vukusic. SQUALIFICATI: Terlizzi. INDISPONIBILI: Romagnoli, Savelloni.

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CATANIA-NAPOLI (domenica ore 15.00)

CATANIA (4-3-3) - Andujar; Alvarez, Legrottaglie, Spolli, Marchese; Biagianti, Lodi, Almiron; Barrientos, Bergessio, Gomez. SQUALIFICATI: nessuno. INDISPONIBILI: Keko.

NAPOLI (3-5-1-1) - De Sanctis; Campagnaro, Cannavaro, Aronica; Maggio, Dzemaili, Inler, Hamsik, Zuniga; Pandev, Cavani. SQUALIFICATI: nessuno. INDISPONIBILI: Britos.

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INTER-SIENA (domenica ore 15.00)

INTER (4-3-1-2) - Handanovic; Zanetti, Ranocchia, Juan Jesus, Nagatomo; Guarin, Gargano, Pereira; Sneijder; Milito, Cassano. SQUALIFICATI: nessuno. INDISPONIBILI: Palacio, Mudingayi, Obi, Stankovic, Mariga.

SIENA (3-4-2-1) - Pegolo; Neto, Paci, Felipe; Angelo, Vergassola, Rodriguez, Del Grosso; Valiani, Rosina; Calaiò. SQUALIFICATI: Larrondo, Vitiello, Terzi, Belmonte. INDISPONIBILI: Campagnolo.

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UDINESE-MILAN (domenica ore 15.00)

UDINESE (3-5-2) - Brkic; Benatia, Danilo, Coda; Basta, Pereira, Pinzi, Allan, Pasquale; Di Natale, Barreto. SQUALIFICATI: Lazzari. INDISPONIBILI: Domizzi, Muriel.

MILAN (4-3-3) - Abbiati; Abate, Mexes, Zapata, De Sciglio; Nocerino, Ambrosini, Montolivo; Bojan, Pazzini, Emanuelson. SQUALIFICATI: nessuno. INDISPONIBILI: Muntari, Strasser, Didac Vilà, Pato, Robinho, Yepes.

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LAZIO-GENOA (domenica ore 20.45)

LAZIO (4-5-1) - Marchetti; Cavanda, Ciani, Dias, Lulic; Candreva, Gonzalez, Ledesma, Hernanes, Ederson; Klose. SQUALIFICATI: nessuno. INDISPONIBILI: Brocchi, Diakite, Konko, Radu.

GENOA (4-3-1-2) - Frey; Sampirisi, Canini, Bovo, Antonelli; Jankovic, Kucka, Seymour; Bertolacci; Borriello, Immobile. SQUALIFICATI: nessuno. INDISPONIBILI: Rossi, Vargas.

VALDÉS ACCIUFFA LA FIORENTINA AL 93': 1-1

Viola beffata in un finale incandescente a Parma: tre rigori, di cui due parati. Viviano dice no a Valdés, Mirante fa altrettanto con Jovetic ma al 93' è il cileno a battere proprio dagli 11 metri la sua ex squadra. (foto AP/LaPresse)

Era tutto fatto. La Fiorentina si era portata in vantaggio in un primo tempo sonnacchioso e stava gestendo le forze in vista dell’impegno infrasettimanale contro la Juventus. Il Parma ci stava provando, ma nulla più. Poi è successo qualcosa. Un rigore ingenuo concesso da Roncaglia, proprio l’autore del gol del vantaggio, non basta ai crociati per pareggiarla. Eppure emotivamente cambia qualcosa, si accende la scintilla. E così ne nasce un finale incandescente. Concluso dal terzo rigore della serata, quello trasformato da Valdés per l’1-1 siglato al 93’. La Fiorentina se ne va dall’Emilia con il retrogusto amarognolo della beffa, quando i tre punti e la vetta temporanea sembravano scritti. Il Parma si rialza incredulo proprio quando in dieci e con un rigore concesso all’87’ sembrava avere la testa sott’acqua.

ZACCARDO KO, SEFEROVIC TITOLARE - Roberto Donadoni, ai due infortunati della vigilia (Santacroce e Biabiany) aggiunge in extremis Zaccardo, bloccatosi nella rifinitura e spedito direttamente in tribuna. Al suo posto, nel tradizionale 3-5-2, fa il suo debutto in maglia crociata l’ex cesenate Benalouane. Rispetto all’undici di Napoli, fa il suo rientro dal primo minuto Pabòn, inserito come spalla di Belfodil al posto di Ninis. Il greco va in panchina al pari degli ex Marchionni e Amauri. Vincenzo Montella, che ha ancora fuori Aquilani, conferma il 3-5-2 con un paio di novità. A centrocampo Cassani si sposta sulla fascia sinistra come nel finale contro il Catania, mentre l’esterno destro è Cuadrado. In mediana spazio a Fernandez con Pizarro e Borja Valero. La grande sorpresa, però, è il compagno di reparto di Jovetic. Non Ljajic e nemmeno Toni, ma il giovane Seferovic.

RONCAGLIA LA SBLOCCA ALLA GRANDE - Partita dai centrocampi fini al Tardini. Tanti piedi buoni, tanto possesso palla e tante azioni elaborate. Ma già dopo qualche minuto si capisce che la Viola ha più profondità rispetto al Parma, che gli ospiti sono più pungenti, anche per via di un Jovetic tirato a lucido che da solo tiene in apprensione la fallosa difesa di casa. A sbloccarla, però, è un centrale difensivo con i fiocchi come Roncaglia, che al 20’ fa esplodere la folta tifoseria gigliata con una botta dai 25 metri che sorprende Mirante. La prima occasione del match, una delle poche del primo tempo. Anche perché gli uomini di Donadoni faticano a reagire e quando lo fanno è soltanto con un altro difensore, l’ex Lucarelli, che al 29’ stampa sul palo un corner dalla destra di Pabon. L’unica chance del Parma, che rischia ancora sempre su Roncaglia, abile a sfiorare una punizione dalla destra e spaventare Mirante al 34’ colpendo un altro legno pieno. Tutto il resto è una faticosa reazione del Parma, che non sfonda mai. E tanto possesso palla organizzato della Fiorentina, che respira e chiude il primo tempo senza affanni.

FINALE CLAMOROSO: VALDES PAREGGIA AL 93’ - La ripresa scivola via veloce sugli equilibri consolidati nel primo tempo. Fernandez sfiora subito il raddoppio con una punizione al bacio che esce di un nulla, il Parma non sfonda mai. Ma al 55’ arriva la svolta. Roncaglia atterra ingenuamente Pabon che aveva arpionato un pallone vagante in area, ma era spalle alla porta. È rigore. Dal dischetto va Valdés e Viviano para una conclusione molle del cileno. Potrebbe essere la mazzata definitiva, ma il Parma si sveglia proprio qui, punto sull’orgoglio. Montella leva un buon Fernandez per mettere Romulo e giocarsela in contropiede (60’), mentre Donadoni risponde con un doppio cambio in attacco. Fuori Pabon e Belfodil, dentro Palladino e il grande ex Amauri (66’). Il pubblico di casa non gradisce l’uscita del francese e fischia profeticamente perché la partita di Palladino dura tre minuti esatti, giusto il tempo di passare male di tacco e farsi male all’inguine. Al suo posto entra Ninis e i crociati vanno all’assedio nonostante l’ingresso di Toni per Seferovic nelle fila viola. La Viola gioca tutto sul contropiede e all’87’ proprio così nasce la chance per il raddoppio. Cassani scatta in solitaria e Rosi lo atterra, calcio di rigore ed espulsione per l’esterno crociato. Dal dischetto va Jovetic, che non angola e se lo fa parare da Mirante (secondo penalty intercettato su tre in questo avvio di stagione). Finita qui? Neanche a farlo apposta. Il Parma si rituffa in avanti, sfiora il pareggio con un colpo di testa potente di Amauri allo scadere. E, al 91’, ha il regalino di Toni, che ingenuamente trattiene un pallone di mano in area. Altro rigore, ma stavolta Valdés non sbaglia: 1-1 in extremis e mezza beffa per la Fiorentina.

VIOLA INGENUA, PARMA FORTUNATO – Seconda trasferta e seconda delusione per gli uomini di Montella. In proporzione, però, il pareggio del Tardini fa ancora più male del ko del San Paolo. Perché questa volta era fatta ed era anche meritata. I punti in classifica diventano 7, ma sarebbero potuti essere 9 proprio in vista dello scontro più importante con la Juventus. Chissà che proprio la testa al big-match non abbia levato qualcosa agli uomini di Montella. Fortunato il Parma, brutto e poco preciso per un’ora buona, svegliato dall’ingresso di Amauri. Sarà questa la tanto attesa svolta nella stagione crociata?

QUAGLIARELLA SHOW : LA JUVE VINCE E CONVINCE E STRANAMENTE NON RUBA LA PARTITA

Una doppietta nel giro di 4 minuti - 64' e 68' - dell'attaccante napoletano della Juventus stende un Chievo impotente. Bianconeri in vetta alla classifica a punteggio pieno e in condizione fisica strabordante

Un avvio di stagione strabiliante, una condizione fisica perfetta, un turnover funzionante e un bomber limprovvisamente ritrovato. Sono queste le novità, se così possiamo definirle, che Juventus-Chievo, anticipo serale della quarta giornata di Serie A, ci regala. La Juve continua la sua marcia che la vede inarrestabile in campionato ormai da più di un anno e lo fa annichilendo un Chievo troppo inferiore agli uomini del duo Carrera/Conte. Di Carlo infatti si presenta a Torino con l’unica soluzione plausibile – provare a difendersi con ordine – ma regge solamente poco più di un tempo. L’impatto fisico della Juventus e la ritrovata vena di Fabio Quagliarella, mandano ko i clivensi nella ripresa nel giro di quattro minuti regalando così ai bianconeri la vetta della classifica a punteggio pieno. Buon esordio di Pogba (in campo 90 minuti), e qualche minuto nel finale anche per Bendtner.

TEMA TATTICO - Che il Chievo dovesse giocare un determinato tipo di partita – attento a chiudere gli spazi e a fare fortino davanti a Sorrentino – è chiaro fin dall’ingresso in campo. I veronesi si presentano a Torino con una divisa “old style”, quasi medievale, che fa da subito intuire come la squadra di Di Carlo intorno all’area di rigore tenterà di costruire una sorta di fossato che impedisca agli uomini di Carrerra/Conte di trovare facile ingressi alla via maestra del gol.

E IL TURNOVER? - L’impresa del Chievo riesce (in parte), ma al termine dei primi 45 minuti porta i suoi frutti. Il turnover della Juventus trova, almeno inizialmente, un po’ di timidezza nei suoi nuovi uomini. Lucio cerca di limitarsi nelle sue proverbiali discese, Isla è un po’ impacciato e Pogba, bravissimo in fase di non possesso palla, pecca in quella di costruzione del gioco e pur avendo l’attenuante di essere cercato decisamente mento rispetto a Pirlo costringe la Juve ad inventarsi soluzione alternative.

SORRENTINO SHOW - Una di queste vorrebbe essere cercare di allargare il gioco in maniera più ampia possibile, in modo tale da impedire ai clivensi la costruzione di quel fortino cui accennavamo ma il piano riesce solo in parte. La Juve crea infatti 3 o 4 situazioni importanti ma quando si trova al momento di concludere, o è poco lucida o sbatte sulla mani dell’ultimo baluardo veronese: Stefano Sorrentino. Il portierone del Chievo si conferma elemento di assoluta sicurezza e prima al 9’ sul diagonale incrociato di Quagliarella, poi al 29’ sul tocco ravvicinato di Giaccherini, si conferma un gatto nonostante i trentatre anni. Insomma, se a questo ci si somma un gol di Vucinic annullato giustamente per un’evidente posizione di fuorigioco, la Juventus va a riposo con zero pericoli corsi nella propria area, ma anche nessun gol all’attivo.

BUM-BUM QUAGLIARELLA - Che il tema tattico di Di Carlo non possa reggere però appare evidente sin dal finale di primo tempo. Il Chievo, col fiato corto, di minuto in minuto si abbassa sempre di più permettendo alla Juventus di allargare le maglie della sua difesa e indebolendo visibilmente l’ormai noto fortino che, al 64’, cade. Sorrentino, miracoloso un minuto prima su un colpo di testa da “zero metri” di Chiellini, non può nulla sulla splendida girata aerea di Quagliarella su cui il portiere dei veneti riesce solo a mettere una mano. Passano 4 minuti e Pogba – nel frattempo rinvigoritosi a livello caratteriale dopo l’intervallo– torva un bel buco per servire ancora Quagliarella che, fatto fuori Danielli con un controllo strepitoso, infila il 2-0 e chiude la pratica nonostante i 20 minuti restanti sul cronometro.

UFFICIALE : CAGLIARI-ROMA RINVIATA!

Questa la decisione presa dal Prefetto di Cagliari dopo un comunicato diffuso direttamente da Cellino tramite il sito ufficiale del club sardo. La causa? Motivi di ordine pubblico: lo stadio Is Arenas non è sicuro

Non si disputerà oggi alle 15 la partita della quarta giornata di Serie A tra Cagliari e Roma. La gara tra gli isolani e i giallorossi, in programma presso lo stadio Is Arenas per via dell'inagibilità del Sant'Elia, è stata ufficialmente rinviata a data da destinarsi.

La decisione, arrivata durante la notte - era circa l'1.30 quando si è resa necessaria la convocazione di un'assemblea d'urgenza da parte della Prefettura di Cagliari -, è stata presa in seguito al comunicato stampa diffuso direttamente da Massimo Cellino tramite il sito ufficiale della società.

Il numero uno del Cagliari, nonostante le disposizioni previste dal Prefetto che aveva più volte definito "non a norma" le tribune dello stadio Is Arenas, aveva comunque invitato i tifosi a venire a vedere la partita contro la Roma sebbene fosse stato disposto che la gara in questione si sarebbe dovuta disputare a porte chiuse per motivi di ordine pubblico.

Immediata la riunione d'urgenza disposta dalla Prefettura di Cagliari che, al termine dell'assemblea, ha diffuso un comunicato tramite il quale annunciava il rinvio della partita: "Il Prefetto di Cagliari, a conclusione della riunione di coordinamento delle forze di Polizia, ha disposto che la gara Cagliari-Roma, programmata presso lo stadio Is Arenas a porte chiuse, sia differita ad altra data. Tale decisione si è resa necessaria per l’urgente e grave necessità di prevenire ogni forma di turbativa dell’ordine e della sicurezza pubblica conseguente alle reazioni emotive, irrazionali e inconsulte ingenerate dall’invito formulato dal presidente della Cagliari Calcio".

Al momento non è ipotizzabile alcuna data per il recupero, ma non è escluso che il Cagliari possa anche vedersi punito con una sconfitta a tavolino: molto probabilmente sarà infatti aperta un'inchiesta federale e, laddove si accertassero le responsabilità del club sardo, la vittoria sarebbe assegnata alla Roma.

"In tempi brevi supereremo il problema, bisogna trovare un'intesa - spiega il Prefetto di Cagliari -. Noi lavoreremo senza limiti di tempo per cercare di risolvere i problemi, ma non possiamo farlo da soli. Il Cagliari Calcio si trascina dei problemi; capisco il disagio, ma questo non giustifica mancanze di sicurezze. Ovviamente c'è rammarico per la partita rinviata, ma l'idoneità dello stadio è attribuita da un organo pubblico".

sabato 22 settembre 2012

GUARDIOLA : "MILAN? NON QUEST'ANNO..."

L'ex tecnico del Barcellona respinge le voci che lo associano a rossoneri e Manchester United: "Non si sa mai, dico solo che quest'anno non tornerò ad allenare, sto bene a New York con la mia famiglia"

Pep Guardiola non cede. Ha deciso di prendersi almeno un anno di pausa e non ha intenzione di ripensarci. L'ex tecnico del Barcellona, in Messico per un evento benefico, ha ribadito che è felice con la sua famiglia a New York e a chi gli chiedeva delle voci che lo accostano alla panchina della nazionale spagnola, ma anche del Milan e del Manchester United, ha risposto così: "Non si sa mai, dico solo che quest'anno non tornerò ad allenare, sto bene a New York con la mia famiglia".

Il tecnico catalano ha anche minimizzato i suoi meriti per i titoli vinti con il Barcellona e per il gioco che ha dato alla squadra azulgrana. "Io ho semplicemente seguito una tradizione iniziata con Johan Cruyff e poi avevo grandi giocatori e grazie a loro siamo riusciti a far felice la gente e a far divertire gli appassionati di calcio. Messi? Difficile esprimere a parole le emozioni che provi vedendolo giocare".

Guardiola ha avuto belle parole anche per il calcio messicano. "Messico campione del mondo? Tutto è possibile, qualche anno fa era impensabile immaginare una Spagna capace di vincere il Mondiale e per due volte di fila l'Europeo. I messicani fanno un buon calcio, con possesso palla e gioco offensivo, io mi sono innamorato della nazionale messicana ai Mondiali del 2006 in Germania".

POLE HAMILTON,DELUDE VETTEL E ALONSO È QUINTO

Arriva la pole numero 24 per Hamilton che raggiunge quindi Nelson Piquet. Quarta pole di fila per una McLaren in splendida forma e lanciata alla rimonta ai danni di Fernando Alonso, sempre leader e quinto oggi a Marina Bay. Secondo tempo per Maldonado. Delude Vettel, terzo al fianco di Button

Sempre Lewis Hamilton, sempre e solo McLaren, per la quarta volta consecutiva in prima fila. Per Lewis si tratta della pole numero 24, lo stesso numero di un grande della Formula Uno, Nelson Piquet. Un dominio assoluto questo del pilota inglese (1:46.362), dall'inizio alla fine e con un distacco spaventoso ai danni dell'ottimo Pastor Maldonado, a quasi mezzo secondo. Una notizia importante e indicativa in un mondiale fino ad oggi equlibrato. Di oltre mezzo secondo il distacco di Sebastian Vettel, migliore nelle sessioni di test e "solo" terzo in qualifica, davanti per un soffio all'altra McLaren di Jenson Button.

Nessuna sorpresa in casa Ferrari. Nessuno si aspettava la prima fila, e neanche la seconda, dalla Rossa di Fernando Alonso che chiude infatti quinto e domani partirà dalla terza fila. Il ferrarista, leader del mondiale, chiude con un +0.854 che mette in evidenza il ritardo del Cavallino Rampante, mai in testa o tra i primi nei primi due giorni di Marina Bay. Alonso che domani partirà al fianco dell'ottimo Paul Di Resta. Sarà fondamentale quindi la partenza, con le incognite Force India e soprattutto la Williams di Pastor Maldonado. Da vedere poi la tenuta delle monoposto nel corso dell'impegnativa gara di Singapore. Non è certo finita qui per Fernando Alonso, che in caso di problemi di Sebastian Vettel o miracoli strategici potrebbe anche puntare al podio. Buona notizia, sempre per Alonso, il settimo posto di Mark Webber.

Delle due Lotus si salva solo il rientrante Grosjean, ottavo, mentre Raikkonen non riesce a superare il Q2. Chiudono la top ten le due Mercedes di Rosberg e Schumacher. Delude anche Felipe Massa, tredicesimo e fuori, anche lui come Raikkonen, in Q2. È un sabato da dimenticare anche e soprattutto per le due Sauber con Pérez 14esimoe Kobayaschi addirittura 18esimo e fuori in Q1.

martedì 18 settembre 2012

HAMSIK POSITIVO SULLA SQUADRA

La stella slovacca di Mazzarri pronuncia la parola proibita: "Sarebbe fantastico qui a Napoli"

Nessuno lo dice, ma il Napoli in testa alla classifica fa sognare traguardi che fino a qualche tempo fa erano addirittura impronunciabili. Ci vuole la faccia tosta, e magari anche una cresta da moicano, per pronunciare la parola "scudetto": due caratteristiche che non mancano certo a Marek Hamsik, intervistato dal Corriere dello Sport.

Mazzarri lo ha lodato. "Lo ringrazio. Ma in questo Napoli di campioni ce ne sono tanti e lo dicono i risultati delle ultime stagioni. Leader? Penso siano etichette. E poi l'unico giudice è il campo. Io ci vado in allegria, voglio divertirmi e vincere e qui ci sono le condizioni affinché ciò accada. Quest'anno siamo consapevoli di potercela giocare con chiunque. Diamo l'impressione d'essere più maturi, ma avvertiamo pure noi questa nuova dimensione e penso che le prime tre partite l'abbiano dimostrato, soprattutto quella con la Fiorentina. Un anno fa, ad esempio, non avremmo vinto quel match".

"Per evitare rischi inutili - continua Hamsik - bisogna mettere il risultato al sicuro quando se ne hanno le possibilità. E a noi contro il Parma sono capitate una serie di occasioni....Poi va a finire che si prende gol in chiusura di primo tempo, che si corrano rischi inutili. Quante palle-gol abbiamo sbagliato a inizio ripresa?

Un pensiero per Cavani. "Ha meritato tutto quello che sta conquistando. E' partito dalla serie C, è passato dalla serie B, è arrivato in A ed ha segnato in fretta. Ha qualità ed è un ragazzo con un suo equilibrio: posso solo dirgli bravo. Nel Napoli non mancano i campioni, che stavolta sono maggiormente convinti delle proprie forze. Ecco il motivo della mia frase: quest'anno possiamo giocarcela con chiunque. Sappiamo cosa vogliamo, siamo più forti anche dentro. Detto e ribadito: vincere uno scudetto qua sarebbe fantastico. Ho ancora dinnanzi agli occhi le scene dopo il successo all'Olimpico, sulla Juventus, in coppa Italia. Siamo un gran bel gruppo, abbiamo alle spalle una società seria, che ha un progetto e lo porta avanti da anni".

L'ultima lode è per Mazzarri. "Per noi ha rappresentato, sin da quando è arrivato, il valore aggiunto. Ha ottenuto risultati, ci guida con sicurezza, rappresenta un raro esempio di longevità: in Italia non c'è l'abitudine di far durare così a lungo un tecnico e lui è qui da quattro stagioni e continuiamo a migliorare".

CHAMPIONS PIÚ RICCA,MENOMALE CHE C'É LA CRISI

I puristi del calcio, giocato ma anche visto, diranno: "Finalmente si fa sul serio". E' così.

I puristi del calcio diranno: "Finalmente si fa sul serio". Le prime giornate dei vari campionati europei sono serviti a scaldare i motori, a provare gli schemi: ora però arrivano le partite che contano, arriva la Champions League. La "Coppa dalle grandi orecchie" è da sempre il trofeo più ambito ma nelle ultime annate ha definitivamente preso il primo gradino di un virtuale podio calcistico. E questo anche e soprattutto per il giro d'affari che genera: tanto per avere un'idea, sapete quanto ha stanziato l'Uefa quest'anno per la Champions? Ben 910 milioni di euro, addirittura 150 milioni in più rispetto allo scorso anno.

Eh sì, solamente il fatto di trovarsi a giocare la fase a gironi , ogni squadra partecipante incamera 8,6 milioni di euro, un balzo di 1,5 rispetto a ciò che si percepiva nel 2010/11. Ecco perché il rigore calciato malamente da Maicosuel contro lo Sporting Braga non è stato preso benissimo in casa-Udinese.

Eliminata la compagine di Guidolin, l'Italia si presenta sul palcoscenico più importante con due squadre solamente: a Juventus e Milan l'arduo compito di cercare il successo numero 13. L'Italia infatti è seconda nella speciale classifica dei vincitori, al pari dell'Ingilterra e dietro solamente alla Spagna, che è appunto a quota 13 successi con i propri club.

Le quote dei bookmakers per la verità non sono molto ottimistiche nei confronti di Vecchia Signora e Diavolo: se i bianconeri, sulla scia della grande stagione scorsa conclusa con lo scudetto, sono dati tra i 16,00 e i 18,00 i rossoneri invece sono in decima posizione nella classifica di gradimento con un modesto 30,00. Niente a che vedere con il 3,5 che pagherebbe una vittoria finale del Barcellona o il 5,00 del Real Madrid.

E allora forse è meglio rimanere con i piedi per terra: dopotutto anche il semplice (tra virgolette) passaggio del turno nella fase a gironi presuppone un bel gruzzoletto di milioni nelle casse della società interessata. Ben 3,5 che diventano 3,9 per il passaggio ai quarti di finale. Alle semifinaliste andranno 4,9 milioni, mentre chi perderà la finale di Wembley si potrà consolare con la modica cifra di 6,5 milioni. Chi invece il prossimo 25 maggio diventerà campione d'Europa si beccherà 10,5 milioni. Se contiamo i cosiddetti 'market pool' , 409,6 milioni di euro ripartiti tra le varie squadre in maniera proporzionale agli investimenti delle rispettive tv di ogni Paese, la vincitrice della Coppa potrebbe arrivare a ricevere circa 60 milioni di euro. Alla faccia della crisi...

martedì 11 settembre 2012

JAVI MARTINEZ INTRUSO A CASA BILBAO

Il centrocampista passato al Bayern Monaco è stato protagonista di una spiacevole vicenda: era tornato al vecchio club per svuotare l'armadietto nel pieno della notte

Una scena surreale è stata quella che ha visto protagonista Javi Martinez a Lezama, il centro sportivo dell'Athletic Bilbao. Alle 2 di notte tra sabato e domenica scorsa il giocatore, passato al Bayern di Monaco, è arrivato nel posteggio del centro e ha scavalcato la rete di recinzione attirando l'attenzione del guardiano notturno.

Al suo arrivo sul posto, dopo avere intimato l'alt all'intruso, la guardia è rimasta stupita quando si è ritrovata di fronte l'ex giocatore dell'Athletic Bilbao. Il giocatore si è giustificato dicendo che era andato lì per recuperare i suoi effetti personali dall'armadietto.

Dopo qualche insistenza la guardia lo ha fatto passare, ma la seconda sorpresa della nottata è stata trovare l'armadietto vuoto. La società, infatti, aveva già provveduto a svuotarlo dopo che il giocatore era praticamente scappato per andare a fare le visite mediche al Bayern Monaco.

Adesso per Javi Martinez, che non ha lasciato un buon ricordo tra i dirigenti del suo vecchio club, ci sarà la parte più difficile: prendere contatti per sapere che fine hanno fatto le sue cose.

LA PRIMA VOLTA DI A.MURRAY: SUO LO US OPEN

Battuto Djokovic dopo una maratona di 5 set e quasi 5 ore: 7-6, 7-5, 2-6, 3-6, 6-2 il punteggio finale. Murray, vincendo lo US Open, fratuma un tabù e vari record: il primo slam del britannico cancella un'attesa lunga 76 anni; come Lendl inoltre, trova il primo successo in un major al 5° tentativo

Destino. In quel lontano 1936 doveva essersi rotto qualcosa tra gli inventori del gioco e il dio del tennis. Una maledizione, una separazione lunghissima e sofferente che proprio nel luogo dove nacque - lo US Open - era destinata a essere sfatata: Andy Murray, dopo Fred Perry, trionfa in 5 set su Novak Djokovic al termine di una battaglia epica, meravigliosa e a tratti drammatica, conquistando così il primo slam britannico dopo 76 anni di attesa.

E che dovesse essere questa la serata giusta per Andy Murray sono la quantità di coincidenze e numeri a dirlo che, al di là della questione Perry, erano tutte dalla parte dello scozzese. Come il suo allenatore Ivan Lendl, infatti, Murray ha trionfato al quinto tentativo in una finale dello slam; per Djokovic invece, l'ultima sconfitta in un major su questa superficie, risaliva proprio alla finale dello US Open 2010 con Nadal (e anche in quel caso fu una "prima volta" per lo spagnolo). Insomma, una qualcosa che al termine di una sfida durata 4 ore e 54 minuti e conclusasi 7-6, 7-5, 2-6, 3-6, 6-2 rende il tutto ancora più speciale e statisticamente "congruente".

Ma per arrivare alla gloria, naturalmente, Andy Murray ha dovuto sudare (e non poco). Novak Djokovic, infatti, ha ancora una volta venduto cara la pelle anche se, in questo caso, la sua proverbiale "rimonta d'orgoglio" è mancata proprio sul più bello. Ma andiamo con ordine.

EOLO, IL NEMICO DI DJOKOVIC - Che la serata non prometta bene per Djokovic si capisce fin dai primi scambi. Il serbo deve infatti vedersela con un nemico invisibile già conosciuto nel primo set della semifinale: il vento. Nulla a che vedere con le condizioni da Americas Cup di sabato, per carità, ma in questo settembre Eolo dalle parti del Queens sembra una presenza costante e anche oggi fa sentire il suo soffio. Come con Ferrer quindi, Djokovic, fatica a prendere la misura della sua proverbiale precisione dal fondo mentre Murray, con il back di rovescio, si permette di allungare gli scambi e uscire quasi sempre vincente dalle battaglie. La prima poi non sembra essere dalla parte del serbo ma nonostante Murray vada avanti di due break, Djokovic rimonta in due occasioni e trascina il set al tie-break. Lì si instaura un'autentica battaglia di nervi: lo scozzese si conquista sempre le palle set (Djokovic nemmeno una) ma, prima di chiudere, è costretto a cedere alla grinta del serbo in ben 5 occasioni: alla fine sarà il 22esimo punto del tie-break quello che metterà il sigillo a un primo set da un'ora e ventisette minuti.

LA (QUASI) RIMONTA - Djokovic, che dalle battaglie è normalmente abituato ad uscire vincente, subisce un passaggio a vuoto che in apertura di secondo set si tramuta in un 4-0 a favore di Murray. Mai dare il serbo per morto però e Murray, il turno di servizio all'acqua di rose, lo paga sulla sua pelle: un immediato controbreak sfodera nuove energie nel serbo che nel giro dei 5 giochi successivi rientra sul 5-5. L'inerzia sembra cambiata... ma non è così: Djokovic si divora uno smash a rete e concede un nuovo break a Murray che, senza tremare, chiude questa volta per 7-5.

IL PUGILE DI BELGRADO - Il contraccolpo psicologico di una rimonta buttata al vento avrebbe per i comuni mortali l'effetto di una scazzottata con Mike Tyson ma, Novak Djokovic, è l'Evander Holyfield del circuito maschile e inizia il terzo set come se quei pugni nemmeno l'avessero sfiorato. Il serbo strappa subito la battuta allo scozzese e, forte anche di un calo fisiologico dell'avversario (insieme a quello dell'intensità del vento), riesce a ritrovare i suoi colpi e dominare la terza partita 6-2. Il passaggio a vuoto di Murray - se così lo possiamo definire - dura però più del previsto e un Djokovic che di game in game si fa chirurgico al servizio - nel quarto set il serbo metterà l'83% di prime in campo - permette al ragazzo di Belgrado di fare sua anche il quarta partita per 6-3. Parità ristabilita e angolo serbo che già pregusta il gran finale.

BYE BYE FRED PERRY - Quello che in molti però non considerano, alla fine, sarà il fattore fondamentale: la stanchezza. Per rientrare in partita, già dal secondo set, Djokovic mette in mostra il suo miglior tennis e per far quello sfrutta buona parte delle sue energie. Dall'altra parte invece c'è un ragazzo che, avendo completato l'unico match del Super Satuday (a proposito, dall'anno prossimo non lo vedremo più), può vantare un giorno in più di riposo. Bingo. Murray inizia il quinto con la cattiveria di chi delle statistiche negative ne ha piene le tasche e infila uno, due, tre game consecutivi - due sul servizio di Djokovic. Il serbo, ancora una volta, pesca dal serbatoio segreto 3 vincenti che sul servizio di Murray gli fanno recuperare un break e nel game successivo lo riportano sul 2-3. La benzina però, questa volta, lì finisce per davvero. Murray si mette a servire meglio che in avvio di match e, dopo aver strappato ancora una battuta a Djokovic sul 5-2, chiude "a zero" e si conquista incredulo il primo slam della sua carriera diventando il quarto tennista diverso a vincere un major nel 2012 (Djokovic a Melbourne, Nadal a Parigi, Federer a Londra). Da lunedì mattina, lo scozzese, sarà inoltre numero 3 della classifica ATP. I fab four, adesso, sono davvero al completo.

LE PRIME PAGINE DEI QUOTIDIANA NAZIONALI

Ecco le prime pagine dei quotidiani nazionali di cronaca sportiva e politica

lunedì 10 settembre 2012

ANCELOTTI: "IBRA? DEVE GIOCARE COME MESSI"

Il tecnico del Paris Sanit-Germain è già sotto pressione dopo 3 pareggi nelle prime 4 gare di campionato, ma si affida alla classe di Ibrahimovic per superare il momento difficile

"Quello che voglio fare è mettere il Paris Saint-Germain nelle condizioni di giocare un buon calcio, Non è semplice e non è possibile riuscirci in due o tre settimane".

Carlo Ancelotti prova a spiegare alla stampa francese le sue idee per il PSG, la cui partenza è stata un po' deludente nonostante i grandi investimenti estivi ().

Il tecnico intende insistere sul suo 4-3-2-1 e scommette forte su Ibrahimovic. "Può giocare come Messi nel Barcellona - assicura -. Tutti pensano che sia solo un centravanti, ma a lui piace partecipare alla manovra e quando arretra gli altri devono attaccare la profondità".

NUOVO INTERROGATORIO PER CONTE

Il tecnico della Juventus è stato sentito (in gran segreto) a Monopoli dagli inquirenti, in qualità di persona informata dei fatti. Il procuratore secondo le indiscrezioni gli avrebbe chiesto notizie riguardo a due partite del Bari

Il tecnico della Juventus Antonio Conte, gia' alle prese con una squalifica di 10 mesi per omessa denuncia, sarebbe stato ascoltato giovedì scorso dal procuratore capo di Bari, Antonio Laudati, nell'ambito di un altro filone barese dell'inchiesta sul calcio scommesse.

L'audizione, durata circa 4 ore, sarebbe avvenuta presso la caserma dei carabinieri di Monopoli, ad una quarantina di chilometri dal capoluogo.

Antonio Conte nella circostanza non era accompagnato da legali ed è stato ascoltato come persona informata sui fatti. Oggetto dell'audizione due partite (Bari-Treviso 0-1 del 2008 e Salernitana-Bari 3-2 del 2009), da tempo finite nel mirino degli inquirenti baresi, che risalgono alle stagioni calcistiche in cui Antonio Conte allenava il Bari.

ERRANI-VINCI:STREPITOSE

Sara Errani e Roberta Vinci si godono il successo che le conferma come la coppia numero 1 al mondo di doppio "Non lo avremmo mai detto, che avremmo vinto due Slam nella stessa stagione. E' incredibile. Fermarsi? No quando vinci la stanchezza non la senti"

"Non era facile, lo sapevamo. Loro non hanno giocato la miglior partita dell'anno, ma noi siamo state molto brave nel gestire il punteggio e la tensione". Sara Errani e Roberta Vinci a caldo commentano così l'impresa realizzata.

Le azzurre hanno portato a casa l'Us Open battendo in finale le ceche Lucie Hradecka e Andrea Hlavackova, teste di serie numero 3, con il punteggio di 6-4, 6-2. E' il secondo Slam conquistato che permette alle italiane di confermare la leadership mondiale.

"Non lo avremmo mai detto, che avremmo vinto due Slam nella stessa stagione. E' incredibile - commentano Sara e Roberta a margine della conferenza stampa - Fermarsi? Ma no, quando vinci vorresti continuare sempre. La stanchezza non la avverti".

Tanto è vero che per festeggiare il trionfo le due azzurre continuano a ballare la "Cichi Dance". "E' stato il tormentone di queste due settimane - spiega Roberta -. Lo facevano i figli di Francesco Cinà e allora abbiamo deciso di farlo anche noi in campo in caso di vittoria". Un bis che è arrivato anche nella sala stampa.

domenica 9 settembre 2012

INZAGHI POSITIVO


Calcio - Serie A
Inzaghi inizia l'avventura in panchina con 5 gol
Gli Allievi del Milan, allenati da Superpippo, iniziano con una cinquina al Bologna. Un successo convincente e con tanti gol, il marchio di fabbrica dell'ex attaccante e neo-tecnico rossonero. A fine partita "La squadra sta facendo bene, mi ha fatto piacere vedere tanto pubblico in tribuna"

La carriera di allenatore di Filippo Inzaghi inizia con una bella vittoria. Un successo convincente e con tanti gol, il marchio di fabbrica dell'ex attaccante e neo-tecnico rossonero.

I suoi Allievi Nazionali battono 5-1 il Bologna. Nel primo tempo rete di Vido al 2', quindi doppietta di Yaffa, al 30' e al 35'. Nella ripresa hanno segnato Di Molfetta al 53' e Miti al 74'.

"BELL'ESORDIO, FA PIACERE IL TANTO PUBBLICO SULLE TRIBUNE" - "E' stata una bella partita - ha spiegato a fine partita il neotecnico rossonero - Avevo già intuito qualcosa nel Torneo Previti, ma questa squadra sta facendo già bene. Oggi ero preoccupato perché c'era molta gente in tribuna e i ragazzi non sono abituati, ma hanno superato le tensioni e hanno fatto vedere belle cose. Vedere tradotto sul campo il lavoro della settimana fa piacere. Più che un allenatore, devi essere un educatore e poter trasmettere a loro ciò che ho imparato in vent'anni mi da grandi stimoli. Ai ragazzi cercherò di insegnare quello che i tanti allenatori mi hanno trasmesso, ma a livello personale proverò a insegnare qualcosa anche che serve al di fuori del campo, ad esempio ad alimentarsi bene. Quella dei sedici anni è l'eta giusta per apprendere. Mi spiace solo dover fare delle scelte; oggi ho fatto entrare tutta la panchina, ma ho pensato anche ai 5 ragazzi che ho mandato in tribuna. Con me troveranno spazio tutti, perché è giusto così".

HAMILTON DOMINA.PEREZ E ALONSO INCREDIBILI.

MONZA-Si é appena concluso il gran premio di Monza dove ha visto dominare il britannico Hamilton,alle sue spalle é arrivato Perez con un grande recupero (partiva 12º) e subito dietro di lui il ferrarista Fernando Alonso anche lui protagonista di un grande recupero partendo dalla 10º posizione
Da segnalare il ritiro di Vettel,Button e Mark Webber.

JOVETIC,CLAUSOLA ANTIJUVE

FIRENZE-Il caso Berbatov ha fatto infuriare la società fiorentina che ha deciso di non volere trattare nessun giocatore con la Juventus soprattutto se parliamo del goiellino Stevan Jovetic.
Infatti la società di Della Valle ha deciso di incontrare l'entourage di Jovetic e di discutere sul rinnovo del contratto (scadenza 2015) inserendo una clausola di oltre 40 milioni di euro.
Non basta,perché sul tavolo c'è presente anche l'ipotesi di una condizione accessoria che impedisca il passaggio del giocatore viola al club Juventino.

PRIME PAGINE DEI QUOTIDIANI PRINCIPALI ITALIANI

Ecco le prime pagine dei quotidiani italiani.

sabato 8 settembre 2012

PRANDELLI DELUSO DA SE STESSO E DALLA SQUADRA

COVERCIANO-Oggi é stato il giorno della conferenza stampa di Cesare Prandelli che ha mostrato tutta la sua rabbia per il pari di Sofia che lui equivale a una sconfitta.In questa conferenza stampa in oltre é stato molto severo con se stesso e la squadra.

Cesare Prandelli, è stata un’Italia rimandata a settembre. D’accordo con quali critiche?
«Con tutte e nessuna; dipende da come si leggono; quando la prestazione è insufficiente è normale riceverne. E la prestazione è stata senza dubbio insufficiente»

Voti alti per Osvaldo, bassi per Giovinco...
«Io non faccio discorsi singoli. Abbiamo analizzato i dati stamattina, non c’è mai stata una squadra così lunga da quando sono ct. Dunque bisogna accorciare. Trovare gli equilibri giusti coi nuovi azzurri. Il problema è che non accorciavamo sulla verticalizzazioni. Eppoi molte palle alte: perché? Anche se abbiamo poco tempo per lavorare, non possiamo fare certi errori»

E l’insufficienza data all’allenatore?
«Sì, ci può stare. Prendi gol nel momento delle sostituzioni, è normale essere giudicati negativamente rischio, ho provato a cambiare. Ognuno ha il proprio modo di vedere le cose, in quel momento ho cambiato per un semplice motivo. Nonostante coprissimo con 5 difensori, l’evoluzione del gioco portava Barzagli sull’esterno; dunque meglio metterci a 4, ho pensato. E in quel momento, sul rilancio di Bonucci, non abbiamo accorciato, mentre abbiamo sofferto più a destra che a sinistra»

Il cambio di modulo non ha portato vantaggi
«Ci è mancato un centrocampista in più, se giochi con un difensore in più tutto diventa complicato se sei lento e non sfrutti la superiorità nella tua zona del campo. Si doveva trovare lo sbocco invece di coi lanci; e gli esterni dovevano essere serviti sulla profondità, non da fermi, sennò hai bisogno di ali e di un modulo diverso». C’è stato anche molto nervosismo in campo, un fatto insolito «Il fatto di discutere durante la partita non è un bel segno, se correggi i compagni significa che è mancato l’ordine tattico»

La sua è sempre stata un’Italia sotto il segno della qualità
«E la qualità del gioco serve sempre; ma devi avere anche la determinazione. In entrambi i casi possiamo fare molto ma molto meglio. Questa, di tutte le partite da ct, è stata quella in cui abbiamo sofferto di più, dove abbiamo concesso 10 calci d’angolo, subendo tanto. E io dico che non possiamo subire così tanto. Noi dobbiamo avere un’ identità precisa, modulo o non modulo. Dobbiamo percorrere una strada e crederci. Ci deve caratterizzare qualcosa di più di un modulo. Se vogliamo vincere la partita dobbiamo avere la qualità adatta».

Come cambierà a Modena?
«Devo recuperare tutti. Poi decidere: se avremo nuovamente un centrocampista in più, davanti va bene qualsiasi coppia, anche Osvaldo-Destro»

Che partita dovrà impostare?
«In Bulgaria abbiamo sofferto il loro ritmo, abbiamo letto male la gara; una grande squadra deve avere pazienza di giocare di più la palla, invece abbiamo verticalizzato male, giocando palla alta, restando lunghi. Tutto questo dovrà cambiare»

La vediamo preoccupato
«Siamo i vicecampioni d’Europa, dobbiamo arrivare preparati a certe sfide, ricordarci come ci siamo conquistati la finale di Kiev. Invece stavolta abbiamo rimediato ammonizioni banali, rincorrendo più che aggredendo (loro invece hanno beccato gialli “veri”, frutto di cattiveria agonistica), senza contrasti; dobbiamo avere un altro peso altrimenti avremo un motivo in più di preoccupazione»

Per fortuna che ha “trovato” Osvaldo
«Ho subito pensato che potesse fare la differenza: ho detto che era il più in forma, lo ha dimostrato per freschezza fisica, profondità; gli faccio i complimenti: non era facile, c’erano grandi aspettative; lui non ha cercato il gol a tutti i costi, non ha voluto essere protagonista, è stato generoso, è stato premiato».

Un’alternativa a Balotelli o un possibile compagno di Supermario?
«Abbiamo sempre detto che stiamo parlando di un attaccante moderno, non è il classico centravanti; lui può giocare con chiunque, anche con Balotelli».

Tornando all’Italia, potrebbero esserci delle analogie col dopo mondiale 2006?
«In un certo senso sì. Anche in questo caso abbiamo iniziato presto, con un gruppo che è arrivato stremato in fondo a una competizione importante. Però non c’è bisogno di ricordare loro niente. Sono partiti col freno a mano tirato e lo sanno. Io l’ho ripetuto da lunedì: sarà un esordio difficile; può capitare, se corri un metro in meno invece che uno in più»

Un Prandelli particolarmente severo
«Oggi è il giorno dell’analisi critica. Capire dove abbiamo sbagliato e perchè. Soluzioni? Primo: accorciare; secondo: giocare e non lanciare. Cercare la profondità ma a palla a terra. Paradossalmente abbiamo creato anche palle gol. Ci sono stati inserimenti dei centrocampisti, dei tagli di Giovinco, la profondità Destro. Ecco, io devo lavorare su questi concetti».

Non basta avere Pirlo...
«Bisogna capire se tornare sulla vecchia strada, con la superiorità in mezzo al campo, che in due anni non ha mai visto Pirlo in difficoltà»

...né avere il blocco Juve
«No, non è sufficiente puntare sul sistema che conoscono i 7 juventini» Non teme poi che il loro ritorno in Champions possa togliere la fame d’Europa e le energie che avevano la passata stagione? «No, penso che l’entusiasmo non lo abbiamo perso. Avevamo proposto qualcosa di nuovo, è stato accettato. Penso ora a riprenderlo. E i loro impegni di Champions non saranno un problema. Porteranno in dote un bagaglio di esperienze, e anche condizione fisica. Poi io avrò solo due partite a ottobre... dopo possono arrivare fino alla finale di Champions... magari ci arrivassero...».

Domani voi sarete tutti a Medolla, terra provata dal terremoto: qual è il significato?
«Noi avremmo voluto essere lì fin da subito, ma non è stato possibile per motivi di sicurezza; sapevamo poi delle dirette tv nelle tendopoli, del tifo nei nostri confronti. Ecco questo è un modo per dire: “ci siamo, veniamo, siamo con voi”; non è un gesto o una presenza scontata. Qualche volta basta veramente poco per dimostrare la giusta sensibilità. Sono momenti che valgono soprattutto per la memoria dei bambini che incontreremo: questi sono episodi che rimangono. Anche così penso che loro poi potranno vivere in una società migliore»

CR7: LA FINE O UN NUOVO INIZIO CON IL REAL?

Josè Mourinho alza la cornetta e chiama Cristiano Ronaldo per tranquillizzarlo dopo la sparata dello scorso turno della Liga

"Tu qui sei un giocatore importante, non devi avere dubbi. Deve essere chiaro. Sei tenuto in grande considerazione e devi sentirti amato, puoi contare sul nostro affetto e ti aiuteremo in qualsiasi situazione. Ne parleremo quando sarai tornato. Devi sapere che siamo qui per ascoltarti e per aiutarti".

Josè Mourinho alza la cornetta e chiama Cristiano Ronaldo per tranquillizzarlo dopo la sparata dello scorso turno della Liga. Il portoghese si sentiva triste al Real e il suo allenatore ha deciso di fargli sentire tutto l'affetto che nutre per lui. Non si sa se le sue parole abbiano fatto presa su CR7, ma di sicuro hanno convinto i bookmaker inglesi, che adesso non vedono più la partenza di Ronaldo come probabile: per la finestra di mercato a gennaio bancano infatti a 1,15 che CR7 resterà un giocatore del Real, spingendo più in fondo le altre ipotesi: il City è a 5,50, il Psg a 7,00, il ritorno allo United a 7,50.

Lontanissime anche le squadre italiane: il Milan è a 25, l'Inter a 30,00 e la Juventus a 40,00.

Agipronews - Alessandro GIANNACE - 08/09/12 17:26

ALONSO DOMINA LE PRIME DUE SESSIONI MA POI CROLLA ED É DECIMO.POLE HAMILTON,MASSA CHIUDE TERZO

Monza infelice per la Ferrari. Alonso, dopo aver letteralmente dominato le due prime sessioni di qualifica, crolla nel finale a causa di un problema tecnico chiudendo al decimo posto. Hamilton in pole, secondo il compagno McLaren Button. Ottimo terzo tempo per Felipe Massa. Male le Red Bull

FERRARI, UNA GRANDE OCCASIONE PERSA – Lo ha subito detto Fernando Alonso al termine delle sfortunate qualificazioni del Gran Premio d’Italia: “Un peccato, era una pole facile”. Parole fredde e amare che trovano conferma nel reale andamento delle tre sessioni di qualifica. Alonso chiude in testa, e con ottimi distacchi, le prime due sessioni. All’ultimo giro il problema improvviso della Ferrari. Qualcosa si rompe e Alonso chiude addirittura decimo, distante anni luce dai tempi di Q1 e Q2 e soprattutto lontano dai diretti rivali in classifica mondiale. Lewis Hamilton, sempre in scia ad Alonso, chiude conquistando la pole senza difficoltà (1:24.010) davanti al compagno McLaren Jenson Button. Una doppietta importantissima e leggendaria, la numero 61 che eguaglia il record della Williams. A rendere meno amaro il sabato brianzolo ci pensa allora Felipe Massa, al terzo posto e chiamato domani a una gara perfetta per tenere distanti dal podio Sebastian Vettel, in terza fila. Per Alonso la speranza di non perdere eccessivi punti in una gara veloce come questa di Monza. Accanto a Massa si accomoda Michael Schumacher che avanza di una posizione grazie alla penalizzazione dello strepitoso Paul Di Resta, quarto e retrocesso di cinque posizioni domani in griglia.

DELUSIONE LOTUS E SAUBER, MALE WEBBER – Dalla grandissima delusione di Alonso ai dolori di un Mark Webber fuori in Q2 per la seconda volta nelle ultime tre occasioni. L’australiano continua la sua caduta libera e a Monza partirà undicesimo. Ci si aspettava molto di più dalla Lotus, in crisi fin dai primi giri, e dalle Sauber. L’unico, ma era prevedibile, a salvare il salvabile è Kimi Raikkonen con l’ottavo tempo mentre D’Ambrosio, sostituto dello squalificato Grosjean, esce subito di scena in Q2 chiudendo con il 16esimo tempo. Solo Kobayashi riesce a portare una Sauber in top ten, con Perez che per una volta fatica e termina la sua prova al tredicesimo posto.

AD ALONSO SERVE UN MIRACOLO…E UN MASSA ALL’ALTEZZA – Tornando all’analisi della gara non possiamo certo aspettarci un podio per Alonso. Un vero peccato perché lo spagnolo poteva cancellare definitivamente la delusione e la paura di Spa con una pole più che alla portata a Monza. Lo spagnolo ha come obiettivo di limitare i danni e sperare in un po’ di fortuna (che manca da un paio di gare) e in un compagno di squadra finalmente all’altezza. Massa domani sarà infatti fondamentale per la Ferrari. Riuscire a tenere giù dal podio Vettel, e magari creare qualche problema alle due McLaren sarebbe un vero e proprio miracolo, per il brasiliano e per Alonso. Chiediamo troppo? No, per un pilota Ferrari dovrebbe essere normalità. Vero Felipe?

HAMILTON É PRIMO NELLE PROVE LIBERE..ALONSO 2º E MASSA 4º

Duello tra il ferrarista e il pilota della McLaren nelle ultime prove libere. Il britannico della mclaren avanti di un solo millesimo.

MONZA - Lewis Hamilton e Fernando Alonso sono i due grandi protagonisti dell'ultima sessione di prove libere a Monza. Dopo un testa a testa serrato a spuntarla è però il pilota della McLaren, che si piazza davanti allo spagnolo con appena un millesimo di vantaggio (1'24"578). E' stata comunque un'ottima prova per Alonso, dopo i problemi di ieri con il cambio. Sorride anche Massa, che ha fatto segnare il quarto tempo (1’24.909), dietro a Paul Di Resta. In attesa di conoscere anche il piazzamento nelle qualifiche, si sa già che il pilota della Force India verrà retrocesso di cinque posizioni sulla griglia di partenza per la sosituzione del cambio.

GLI ALTRI Button scivola in quinta posizione (1’24.994) dal secondo posto di ieri, seguito da Rosberg, Perez, Raikkonen, Hulkenberg e Maldonado. Deludenti le prestazioni di Webber e Vettel (11° e 12°), con il tedesco che proprio in chiusura delle prove si è fermato in pista per un problema elettrico. Schumacher è quattordicesimo.

INLER E VUCINIC TRASCINANO,DZEKO E LA BOSNIA A VALANGA.BENE RUSSIA E ARGENTINA.

Queste sono le partite che si sono disputate ieri sera valide per le qualificazioni mondiale Brasile 2014.
Inler e Vucinic trascino le rispettive nazionale segnando un gol.
Da sottolineare una tripletta di Dzeko che vanno ad aggiungersi a gl'altri 5 gol che hanno fatto vincere la Bosnia 8-1 contro il Liechtenstein.

ECCO TUTTE LE PARTITE:

MOLDOVA-INGHILTERRA (0-5) - L'Inghilterra ha rifilato un bel poker alla Moldova grazie alla doppietta di Frank Lampard (3' rig, 29'). Gli altri gol li hanno segnati Defoe al 32', Milner al 74' e Baines all'83'.

SLOVENIA-SVIZZERA (0-2) - Inler trascina la Svizzera alla vittoria per 2-0 in casa della Slovenia. Xhaka sblocca al 20', poi il centrocampista del Napoli trova il gol del raddoppio al 51'.

OLANDA-TURCHIA (2-0) - L'Olanda batte la Turchia per 2-0. Sblocca il math Van Persie al 16', poi in pieno recupero arriva il raddoppio di Narsingh. Bene Stekelenburg, che tiene la porta inviolata.

MONTENEGRO-POLONIA (2-2) - Il gol di Vucinic non basta per dare la vittoria al Montenegro. Finisce 2-2 la sfida con la Polonia. Blaszczykowski porta in vantaggio i polacchi a l6' su rigore, pareggia Drincic al 27, poi l'attaccante della Juve firma la rimonta alla fine del primo tempo. Nella ripresa però Mierzejewski fissa il risultato sul 2-2.

LETTONIA-GRECIA (1-2) - La Grecia espugna il campo della Lettonia vincendo per 2-1. Dopo il vantaggio dei padroni di casa, firmato da Cauna su rigore, arrivano i gol di Spyropoulos al 57' e Gekas al 69'.

FINLANDIA-FRANCIA (0-1) - Alla Francia basta il gol del gioiello dell'Arsenal Diaby per vincere 1-0 in casa della Finlandia e portarsi a casa i tre punti.

LUSSEMBURGO-PORTOGALLO (1-2) - Ronaldo trascina il Portogallo nella sfida contro il Lussemburgo. I lusitani passano in svantaggio al 13' con un gol di Daniel Da Mota. Pareggia la stella del Real al 28', poi Postiga al 54' fissa il risultato sul 2-1.

ISLANDA-NORVEGIA (2-0) - L'Islanda ha battuto la Norvegia per 1-0, grazie al gol di Arnason al 21' e al raddoppio di Finnbogason all'81'.

GERMANIA-FAROE ISLANDS (3-0) - Non c'è lo zampino di Klose nel 3-0 con cui la Germania ha liquidato la Isole Far Oer. Protagonista della serata Mesut Ozil, autore di una doppietta (54', 71'). Gotze ha sbloccato il match al 28'.

GALLES-BELGIO (0-2) - Il Belgio vince 2-0 in casa del Galles grazie ai gol di Kompany al 41' e Vertonghen all'83'.

ALBANIA-CIPRO (3-1) - L'Albania vince per 3-1 in casa contro il Cipro. I padroni di casa passano grazie all'autogol di Konstantinou al 36', poi il cipro pareggia nel recupero. Nella ripresa però Cani segna il 2-1, poi l'attaccante del Siena Bogdani fissa il risultato sul 3-1.

LITUANIA-SLOVACCHIA (1-1) - Finisce 1-1 tra Lituania e Slovacchia. Tutto nel primo tempo: sblocca Zaliukas al 18', pareggia Sapara al 41'.

CROAZIA-MACEDONIA (1-0) - La Macedonia di Pandev esce sconfitta per 1-0 dal campo della Croazia. Decide il gol di Jelavic al 69'.

MALTA-ARMENIA - L'Armenia vince per 1-0 sul campo del Malta, prossimo avversario dell'Italia. Gol di Sarkisov al 70'.

ANDORRA-UNGHERIA (0-5) - Cinquina dell'ungheria in casa dell'Andorra. Gol di Juhász al 12', Gera (Rig) al 32' Szalai al 54', Priskin al 68' e Koman all'82'.

ESTONIA-ROMANIA (0-2) - La Romania vince per 2-0 in casa dell'Estonia. A sbloccare il risultato ci ha pensato l'ex attaccante dell'Udinese, ora al Granada, Torje. Il raddoppio lo ha firmato Marica.

LIECHTENSTEIN-BOSNIA (1-8), TRIPLETTA DZEKO - La Bosnia ha battuto 8-1 il Liechtenstein. Triplette per Ibisevic (34' e 40' pt e 38' st) e Dzeko (1', 19' e 35' st) e doppietta di Misimovic (26' e 31' pt). Per il Liechtenstein gol di Christen al 16' st.

RUSSIA-IRLANDA DEL NORD (2-0), CAPELLO OK AL DEBUTTO - Esordio vincente per Fabio Capello sulla panchina della Nazionale russa, che, in una partita del gruppo F delle qualificazioni ai Mondiali 2014, ha battuto 2-0 l'Irlanda del Nord a Mosca con un gol per tempo. Al 30' della prima frazione in rete Fayzulin, il raddoppio al 33' della ripresa di Shirokov su rigore

GEORGIA-BIELORUSSIA (1-0) - La Georgia ha battuto la Bielorussia 1-0. La rete l'ha segnata Okriashvili al 7' del secondo tempo.

AZERBAIGIAN-ISRAELE (1-1) - Azerbaigian e Israele hanno pareggiato per 1-1. Ospiti in vantaggio con Natcho al 5' st e pareggio azero con Abishov al 19' st.

KAZAKHISTAN-IRLANDA (1-2) - L'Irlanda ha battuto il Kazakhstan per 2-1. Queste le reti: nel pt 37' Nurdauletov; nel st 44' Keane (rigore), 45' Doyle.



PRIME PAGINE DEI PRINCIPALI QUOTIDIANI ITALIANI

Ecco qua le prime pagine dei principali quotidiani italiani del 8 settembre

LA WILLIAMS È DI UN ALTRO PIANETA. ERRANI ANNIENTATA

Serena supera in due comodi set la romagnola e vola così in finale dello US Open: 6-1, 6-1 in un'ora e quattro minuti il punteggio e la durata finale. Per la Williams in finale ci sarà Victoria Azarenka

La definizione migliore la trova in telecronaca Jacopo Lo Monaco: “Se fosse boxe, questa sfida nemmeno si giocherebbe”. Si racchiude tutto qui il senso di una partita che partita non è stata: Serena Williams è un supermassimo mentre Sara Errani è un peso piuma. Poste queste considerazioni inziali, per giunta già sottolineate da molti anche alla vigilia, l’aggravante per le sorti della malcapitata Errani è assolutamente incisiva nella storia del match: dall’altra parte della rete c’è infatti una Serena Williams concentrata, attenta e con nessunissima voglia di prolungare oltre il necessario una partita che esiste solo per i tabelloni.

Sì perché l’unica potenziale chiave di svolta che avrebbe dato qualche chance alla tennista romagnola, sarebbe stato ritrovarsi davanti una Serena distratta e in giornata no. Non è stato così e il punteggio sta lì’a confermarlo: 6-1, 6-2 in un’ora e quattro minuti.

La Williams domina come detto fin dal primo scambio, terminando in 28 minuti un primo set con statistiche al limite dell’imbarazzante: sei giochi a uno e diciotto vincenti. E se ogni game è fatto da 4 punti… Dall’altra parte c’è un’Errani che fin dai primi scambi capisce l’”andazzo” e, senza nemmeno troppo crederci, si “arrende”, se così possiamo definire il match, a un destino già scritto.

Per la romagnola resta comunque la consapevolezza di aver giocato ancora una volta un ottimo slam e, insieme a quello, i preziosi punti WTA che a dicembre potrebbero consegnarle l’accesso ai Championship di Istanbul. Per la Williams, invece, la sempre più diffusa opinione che un algido computer crea classifiche a volte ben poco credibili. L’Azarenka è avvisata...

Berlusconi:"L'Inter si pentirà di Cassano"

E' stato lo scambio dell'estate quello tra Inter e Milan che ha portato Antonio Cassano e Giampaolo Pazzini. Un affare che ha fatto parlare tutti e che si porta dietro un quesito di non facile soluzione Quale squadra ci ha guadagnato di più?. Alla luce di queste prime due giornate l'affare sembrano averlo fatto entrambi: i nerazzurri che hanno trovato un attaccante motivato, talentuoso e che in campo parla la stessa 'lingua' di Snejider e Milito e i milanisti che hanno trovato un attaccante che non sarà Ibra ma in area di rigore ha pochissimi eguali (si è visto già in occasione della tripletta contro il Bologna).

Per Silvio Berlusconi però non ci sono dubbi l'affare lo ha fatto solamente il Milan a liberarsi del barese e il patron lo ha esternato a chiare lettere a margine dell'interrogatorio con il procuratore aggiunto Antonio Ingroia, che insieme al procuratore di Palermo, Francesco Messineo e al sostituto procuratore Lia Salva, ha incalzato il Cavaliere per un paio d'ore come testimone sui rapporti fra Stato e Mafia.

CASSANO SFASCERA' LO SPOGLIATOIO - Berlusconi, secondo la ricostruzione fatta dal Fatto Quotidiano, durante l'interrogatorio ha scherzato con Ingroia e sulla sua fede ai colori nerazzurri lanciando un anatema nei confronti del 'Pibe de Bari': "Lei mi è parso un magistrato affabile ed equilibrato. Peccato che abbia solo un difetto: lei tifa Inter e non Milan. Ma voi interisti vi pentirete di averci portato via Cassano. Quello ci mette poco a mettervi in subbuglio lo spogliatoio”.

Una dichiarazione che spiega, se ce ne fosse ancora una volta bisogno, il motivo per cui il Milan si è liberato dell'ex attaccante della Sampdoria. Il rapporto tra il giocatore e il Diavolo era da tempo era logoro e impossibile da rimettere in sesto. Aspettatevi però nuove puntate di questo duello fra il Milan e Cassano: il 7 ottobre, infatti, c'è il primo derby della stagione. Aspettiamoci nuove punzecchiature a livello dialettico e soprattutto la risposta di Cassano e Pazzini sul campo.
E secondo voi quale squadra a fatto il miglior affare,l'inter acquistando Cassano o il Milan con l'acquisto di Pazzini?

PAGELLE BULGARIA-ITALIA

Barzagli e osvaldo i migliori. Soffre il centrocampo azzurro sovrastato dallo strapotere atletico della Bulgaria. Ogbonna e Maggio disattenti nella fase difensiva. Manolev e Gargorov le sorprese tra i padroni di casa

ITALIA

Gigi Buffon 6,5: non è impeccabile sul vantaggio bulgaro, ma in precedenza si era superato sulla spaccata di Ivanov e, a conti fatti, salva il risultato con un miracolo su Manolev.

Andrea Barzagli 6,5: il vero baluardo della difesa azzurra, il leader della linea a tre. Non sbaglia un colpo. Classe cristallina.

Leonardo Bonucci 6: avvio scioccante con una serie di errori banali in fase d'impostazione, poi si rifà dando il là al pareggio italiano. Qualche disattenzione, ma anche il gravoso compito di far ripartire l'azione. Personalità spiccata.

Angelo Ogbonna 5: Qualche anticipo regale che testimonia il talento di questo poderoso centrale, ma anche troppe sbavature. Si lascia scappare prima Ivanov (autore poi di una pericolosa spaccata) e Mizanki (in occasione del secondo gol della Bulgaria). Da rivedere.(Dal 70' Peluso 6: entra nel momento di massima spinta della Bulgaria: limita i danni).

Cristian Maggio 5: Sciagurato nella fase difensiva. L'esterno del Napoli incappa in una serata da dimenticare, regalando a più riprese occasioni d'oro agli avversari. Se Popov e Manolev avessero sfruttato tali chance, il voto sarebbe anche sceso.

Andrea Pirlo 6: Avvio stentato, condito da qualche imprecisione di troppo, stretto nella morsa dei mastini bulgari. Poi si scioglie, distribuisce palloni con saggezza, senza tuttavia trovare corridoi vincenti per i compagni.

Daniele De Rossi 5: Serata da dimenticare anche per lui. Perde il contrasto a centrocampo con Milanov in occasione del primo gol bulgaro ed è costantemente in ritardo sulle frecce avversarie. Tanti errori in fase d'impostazione, specialmente con il sinistro.

Emanuele Giaccherini 6: Partita a corrente alternata, ma quando si accende sono dolori per la difesa avversaria. Suo l'assist per il raddoppio di Osvaldo e lo zampino sul duetto Osvaldo-Giovinco a inizio ripresa. Cala vistosamente nel corso del secondo tempo: ma l'inattività nella Juve non ha giovato a suo favore. (Dal 64' Alessandro Diamanti 6: che personalità, entra e accende subito la luce con le sue rasoiate illuminanti. Prezioso)

Sebastian Giovinco 5,5: un filtrante per Osvaldo, lo zampino sull'1-1 e un tiro pericoloso a inizio ripresa: troppo poco per la formica atomica, a lungo ai margini del match (Dal 74' Mattia Destro 5,5: entra subito nel match e rischia di spaccare la partita. Smarcato a tu per tu con Mihaylov tenta un velleitario pallonetto; dopo pochi minuti sfiora nuovamente il gol. Si fa sempre trovare al posto giusto. Peccato per la mancanza di killer instinct).

Pablo Osvaldo 7: Il migliore in campo: doppietta da bomber di razza per lui e altri colpi ad effetto (vedi il colpo di tacco a smarcare Giovinco). Attaccante completo, vicino alla completa maturazione. Mezzo punto in meno per il vistoso calo nel finale.

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BULGARIA

Mihaylov 7; Y.Minev 6,5; Bodurov 5,5; Ivanov 6; V. Minev 6; Gadzhev 6 (dall'80' Sarmov sv); Dyakov 6; Milanov 7; Manolev 7,5; Gargorov 6,5 (dal 62' Mizanski 6,5); Popov 6,5 (dall'82' Tonev sv).


venerdì 7 settembre 2012

UNA "BRUTTA" ITALIA PAREGGIA 2-2 CONTRO LA BULGARIA

Gli azzurri pareggiano 2-2 contro la Bulgaria.
In vantaggio passano prima i padroni di casa con rete di Manolev poi l 'Italia ribalta tutto con Osvaldo pareggio bulgaro che avviene nel secondo tempo con Milanov al 66'.
SOFIA-Un'Italia distratta,senza ritmo,precisione e con alcuni giocatori non ancora in forma fa 2 a 2 contro un'ottima Bulgaria.
L'avvio dei padroni di casa e ottimo e si vede con una spaccata di Ivanov che peró Buffon riesce a neutralizzare con un ottimo intervento,questo é il preludio al gol dei bulgari che avviene al 30' con un destro da distanza siderale di Manolev con Buffon non impeccabile.
L'Italia nel giro di 3' minuti riesce a trovare prima il pareggio di Osvaldo con un sinistro a incrociare sotto misura che beffa Mihaylov e subito dopo trova il vantaggio sempre con Osvaldo con un colpo di testa sul cross di Giaccherini ma decisiva la deviazione di Ivanov che spiazza il portiere.Il primo tempo si conclude sul risultato di 1 a 2 per gli "azzurri".
L'inizio del secondo tempo sembra promettente per gli italiani con una combinazione tra Osvaldo e Giovinco che porta al tiro propio il giovane fantasista juventino che peró Mihaylov riesce a parare.
Al 66'arriva il pareggio meritato dei bulgari di Milanov che insacca alle spalle di Buffon con l'interno sinistro del piede su assist del neo entrato Micanski.
Inutili i cambi di Ogbonna per Peluso e Giaccherini per Diamanti che non riescono a dare verba alla squadra di Prandelli.